“Simbolo e significato sono cose diverse. Io credo che lei sia riuscita a scegliere le parole giuste, saltando i passaggi intermedi del significato e della logica. Ha estratto le parole dai sogni, come si cattura una farfalla mentre vola, prendendola dolcemente per le ali”

(Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia)

Scrivere una canzone non è un po’ come estrarre parole dai sogni? Si può insegnare a scrivere canzoni? La risposta sembrerebbe positiva. Ci sono molte scuole in cui attraverso la trasmissione di tecniche l’aspirante cantautore viene messo nelle condizioni di scrivere la propria canzone. Un uso sapiente della metrica, una buona dose di competenze musicali e il gioco è fatto. Questi insegnamenti poi ti trasformeranno in cantautore? La risposta sembrerebbe negativa. Se non hai qualcosa da dire difficilmente riuscirai a comporre canzoni, ciò che avrai appreso è un “mestiere”, ma non a dire cose tue, in cui tu stesso credi, nel mondo che ti è più affine. 

Secondo la mia esperienza quindi non si può veramente insegnare a scrivere canzoni, ma si può guidare una persona a trovare la propria voce, il proprio stile, la propria forma, la struttura più adatta. Non c’è infatti una canzone giusta per tutti, non esiste uno stile identico per ogni persona, ma esistono tanti canti quante sono le persone e questo è il lavoro che faccio, nei laboratori di songwriting. L’ho chiamato intuitivo perchè ciò che mi guida è un intuito, un impulso a creare, a seguire strategie divergenti, particolari, che includono molto la poesia e il rapporto tra poesia e canzone. Cerco di orientare la naturale creatività per andare alla scoperta della canzone come modo di espressione profonda del sé artistico. 

Arrivare a comporre una canzone nel songwriting intuitivo è il risultato di un lasciarsi permeare, in una misura guidata e protetta, dall’arrivo delle idee creative, delle invenzioni musicali e melodiche che affiorano nella voce ad opera di una memoria ancestrale potente, la nostra “identità sonora”.